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IL BOLLETTINO |
Padre Raffaele Di Bari - Una vita per l'Africa
A Barletta, al Teatro Curci, un
momento di grande coinvolgimento
emotivo per celebrare
l’anniversario del
martirio di un comboniano molto
speciale, un “Loribamoi”, in lingua
acholi, colui che crea comunione:
Padre Raffaele Di Bari, un pugliese
in terra d’Uganda, nato e morto per
l’Africa. Il 1 ottobre del 2000 gli hanno
sparato i Ribelli dell’Esercito di
Resistenza del Signore, poi hanno
dato alle fiamme la sua auto. È morto
carbonizzato. A Barletta, sua città
natale, nella cappella cimiteriale dal
2005 sono conservate le reliquie del
cranio. Calice e patena sono, invece,
nella Basilica del Santo Sepolcro.
E dallo scorso 30 settembre,
a Barletta, anche i resti della croce
di Padre Raffaele donati alla Diocesi
da Padre Odelir Magri, Vicario
Generale dei Comboniani di Roma
intervenuto alla serata organizzata
dall’Arcidiocesi di Trani-Barletta-
Bisceglie-Nazareth, dalla Commissione
Evangelizzazione dei Popoli e
dall’Amministrazione Comunale per
ricordare un testimone autentico di
promozione umana ucciso in Uganda
10 anni fa. Al sacerdote intitolate
una via ed una scuola.
È doveroso un monumento per il
comboniano, dice il sindaco Nicola
Maffei durante l’incontro. Il suo sacrificio
d’amore fa parte della missione
che il Signore ha affidato ai
suoi discepoli evidenzia Mons. Giovan
Battista Pichierri. Ha saputo rispondere
alla chiamata di Dio fino
alla morte cruenta afferma il presule.
Un esempio luminoso per la nostra
Chiesa Diocesana, conclude. Mons.
Michele Seccia sottolinea l’entusiamo
di Padre Raffaele, la sua naturale
vocazione, la sua esperienza
che attirava la curiosità dei giovani,
afferma. Seccia ricorda poi le ore
16.00 del 1 ottobre del 2000 quando
a San Severo gli arrivò la tremenda
notizia, una testimonianza concreta
di fedeltà alla missione. Per il decennale
della scomparsa del sacerdote
presentato il libro edito dalla Rotas “Loribamoi. Padre Raffaele Di Bari
una vita per l’Africa” curato da Don
Ruggiero Caporusso in collaborazione
con la redazione del periodico
La Stadera. Una pubblicazione non
può avere la pretesa di racchiudere
tutti i giorni donati agli Acholi e alla
chiesa tutta, precisa Don Ruggero
Caporusso, ma è importante per far
emergere la gratuità del suo spirito
missionario, ancora oggi luminoso
sguardo dell’amore di Dio per gli
uomini. Un libro impregnato della
spiritualità del martire comboniano
raccontata da coloro che lo hanno
conosciuto, un libro che racconta
l’Africa di Padre Raffaele e il suo
grande sogno cristiano dice l’editore
Renato Russo.
Amici italiani e ugandesi, familiari,
rappresentanti del clero, studenti,
commuovendosi testimoniano l’impegno
civile di Padre Raffaele Di
Bari. Dava voce a chi non ha voce.
Un casco blu di Dio, un missionario
coraggioso alla ricerca della verità e
della giustizia e forse un personaggio
scomodo in un paese difficile …
Molti dubbi sorgono sulla sua morte,
potrebbe essere stato ucciso intenzionalmente.
Da buon samaritano si è chinato sulle ferite dell’Africa per
sanare i corpi e i cuori di tanti fratelli.
… È uno stralcio della motivazione
del riconoscimento attribuito a Padre
Raffaele dall’Associazione Santi
Medici Anàrgiri Cosma e Damiano
della Parrocchia del Crocifisso
di Barletta e consegnato al fratello
Enzo. Padre Raffaele sale in cattedra
per la sua speciale gratuità! E
sono in tanti a documentare l’infinita
e inossidabile forza e bontà del comboniano.
Sono gli amici di sempre
che hanno raccontato la quotidianità
del missionario nel libro “Loribamoi”.
Sul palco si succedono gli interventi
di Prisca Ojok, Simonetta Pirazzini,
Franco Adamo, Padre John, Fabio
Salvatore (Presidente dell’Associazione
Italiana Uganda Onlus)
rammentano l’amicizia sincera con
il missionario resa ancora più emozionante
dalla storia di Romeo Zendron
medico chirurgo di Bologna e
di sua moglie Carmela, infermiera
ugandese. Si sono conosciuti in
Africa, il papà di Carmela non era
favorevole alla loro unione ma dopo
l’incontro con Padre Raffaele ha
detto “Il sangue degli uomini è rosso
per tutti” una frase
saggia, una benedizione paterna
che ha corroborato quell’unione già
cementata dalla spiritualità del missionario
e dalla quale il 2 ottobre del
2002 è nato Nicolò Raffaele Uguan.
I coniugi Zendron hanno chiamato il
loro figlio Raffaele per ricordare un
sacerdote molto speciale. Per loro,
durante la serata, è difficile trattenere
le lacrime. Padre Raffaele amava
tanto i bambini e sul palco non manca
la presenza del mondo dell’infanzia:
il piccolo Nicolò che oggi
ha 8 anni e l’esibizione del coro di
una rappresentativa di alunni delle
scuole cittadine. Una manifestazione
ricca di umanità che ricorda un
martire missionario e tocca il profondo
dell’animo di ognuno di noi coinvolgendo
tutti in una esperienza di
pace, di infinito impegno civile e di
infaticabile opera di evangelizzazione
e promozione umana commenta
la giornalista Floriana Tolve presentatrice
della serata dedicata a Padre
Raffaele, a Loribamoi, a colui che
crea comunione.
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