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IL SANTUARIO - Santuario

 

TAVOLA CRONOLOGICA DELLO STERPETO
Dalla leggenda-tradizione alla storia

Secoli IX-XIII La tradizione ipotizza, verso la fine del secolo IX, in un luogo pieno di sterpi a circa 3 chilometri ad oriente di Barletta, una presenza cenobitica di monaci Basiliani, probabilmente venuti sulle coste pugliesi al tempo delle persecuzioni iconoclaste in Oriente. Il Cenobio dalla iniziale giurisdizione episcopale di Canosa passa a quella di Trani in seguito alla distruzione di Canosa da parte dei Saraceni guidati da Seudan nell’862. Si presume che siano stati i Basiliani a portare l’Icona della Madonna e poi a nasconderla per paura di funzionari greci iconoclasti oppure di incursioni saracene. Si tramanda poi la notizia di un suo ritrovamento a metà del secolo XVII. Si tratta di una tradizione orale, priva di certezze documentali, per cui è possibile fare solo delle congetture. Più probabilmente l’Icona fu portata da Crociati e lasciata in un convento benedettino allo Sterpeto, vicino all’ormai interrato “porto del Papa”, sulla spiaggia di Levante, punto di partenza e di arrivo di Crociati. L’Icona ha subito, nel corso dei secoli, un “radicale” rimaneggiamento: della pittura originale è rimasto solo un accenno di cornice all’angolo destro superiore.
1215
(16 gennaio)
Primo documento scritto riferito all’esistenza di una chiesa nel villaggio Sterpeto. È una bolla pontificia, conservata nell’Archivio del Capitolo della Cattedrale di Trani, in cui Innocenzo III conferma all’Arcivescovo Bartolomeo di Trani i suoi diritti acquisiti sul villaggio dello Sterpeto.
1249 Una lapide, tuttora esistente nel presbiterio del vecchio Santuario, attesta l’esistenza allo Sterpeto di un monastero di stretta clausura di Benedettini appartenenti al priorato del Monte Sacro, sul Gargano.
1258-1374 Da vari documenti si deduce la presenza nel monastero dello Sterpeto di Benedettini appartenenti al ramo dei Cistercensi di Arabona. Lasciarono il convento forse a causa di saccheggi operati da Ungheresi e Durazzeschi. Si congettura, ma senza il conforto di alcun documento, che andando via abbiano nascosto per una seconda volta l’Icona in una cripta sotterranea.
1374-1550 La chiesetta va in rovina. Sopravvive solo una cappella rurale. Lo Sterpeto si riduce ad un’azienda agricola, condotta da un delegato dei Canonici di S. Maria.
1528 Il villaggio Sterpeto viene distrutto da Renzo da Ceri.
1553-1600 Una nutrita documentazione attesta la presenza alla chiesa dello Sterpeto dei Frati Minori Conventuali. Dall’esame previo ricognitivo durante l’ultimo restauro dell’Icona (1978) risulterebbe la fine del ‘500 il periodo in cui la tavola, portata presumibilmente da Crociati, viene radicalmente rimaneggiata, con l’innesto di un volto bizantino del ‘300 e una nuova impostazione del disegno pittorico.
1626-1670 La chiesa diventa abbaziale ed è governata dai Benedettini dell’Abbazia di Montecassino.
Dopo il 1670 dalla Congregazione dei Ss. Apostoli di Roma viene affidata al clero secolare. L’affidamento durerà fino al ritorno dei Cistercensi nel 1935.
1656 Una terribile peste riduce la popolazione di Barletta. La tradizione, sostenuta da storici locali ma non documentata, parla di un ritrovamento in quel periodo dell’Icona della Madonna da parte di contadini, in una celletta sotto il monastero semidistrutto. Viene costruita una modesta “cappella”.
1732 Dopo la peste… un terremoto provoca danni a diversi edifici della città ma non alle persone. In quella circostanza, per la prima volta, l’Icona della Madonna viene portata processionalmente a Barletta ed esposta in Santa Maria. Le Vergine è proclamata Protettrice della Città (31 maggio). Intanto allo Sterpeto la modesta cappella viene abbattuta e si costruisce una nuova chiesa: l’attuale vecchio santuario. Problematica, ancora una volta per mancanza di documenti, la data precisa di questa costruzione; una problematica complicata anche dalla scoperta, durante l’ultimo suo restauro esterno, di alcune monofore a stile trecentesco…
1751
(31 gennaio)
Vengono consacrati i tre altari della Chiesa.
1757 Si crea una Deputazione di cittadini barlettani devoti per il culto della Madonna dello Sterpeto.
1777 La Deputazione, per ricordare il suo ventennale, promuove la costruzione sull’altare maggiore della spalliera in marmo policromo, nella quale troneggia la Vergine Protettrice della Città.
1837 La chiesa rurale dello Sterpeto viene prolungata con l’aggiunta del così detto “Cappellone”, che fa da abside. In seguito i due altari laterali vengono arricchiti di due tele raffiguranti i Compatroni di Barletta: S. Ruggero (a destra) e la Santa Croce (a sinistra).
1854 Nell’anno della proclamazione dell’Immacolata Concezione, un comitato di fedeli devoti promuove la costruzione dell’arco trionfale che dalla strada provinciale apre il vialone alberato che conduce al Santuario. Segue un progressivo impoverimento e quasi abbandono del Santuario.
1929 Prima edizione della monografia “La stella di Terra Baruli”, con cui il Canonico D. Ruggero Di Cuonzo rilancia la devozione mariana. Il volumetto avrà altre tre edizioni 1932,1956,1962.
1930
(18 marzo)
Il Prof. Corrado Mezzana, membro della Pontificia Commissione di arte sacra, fa una ricognizione dell’Icona, rilevandone lo stato di degrado e suggerendo un inderogabile e accurato restauro. Non se ne fa niente.
1932 Il Comitato delle feste religiose organizza le solenni celebrazioni del Secondo Centenario della proclamazione della Beata Vergine dello Sterpeto Patrona di Barletta.
1933
(30 aprile)
Posa della prima pietra di un convento accanto alla chiesa, in attesa dell’arrivo dei Monaci Cistercensi.
1935
(28 maggio)
A distanza di oltre cinque secoli tornano i Benedettini Cistercensi di Casamari a reggere il Santuario.
1948 Dopo la Peregrinatio Mariae, il Prof. Amerigo Barracchia esegue sull’Icona l’atteso restauro. In realtà si tratta di un secondo restauro. Il primo deve essere avvenuto in un tempo non precisato, forse tra il settecento e l’ottocento. Il restauro non riscuote l’universale consenso e non risolve tutti i problemi ricognitivi e ricostruttivi della “Tavola”, che risulta composta da cinque pezzi.
1950
(6 febbraio)
Per incomprensioni col clero locale i Cistercensi lasciano il Santuario e tornano alla loro casa madre.
1951
(8 aprile)
Arrivo dei Padri Giuseppini di Asti. Si avviano nuove realizzazioni strutturali e iniziative pastorali.
1952
(4 dicembre)
Viene pubblicato il primo numero del Bollettino mensile del Santuario.
1961
(28 maggio)
Il Cardinale Alfredo Ottaviani incorona la Sacra Icona, in occasione del primo Centenario dell’Arcidiocesi di Barletta.
1968-1977 Costruzione del nuovo e moderno Santuario, che diviene parrocchia nel marzo 1969 e negli anni successivi si arricchisce di artistici elementi decorativi.
1978 Terzo restauro dell’Icona, condotto con metodi strettamente scientifici dal Dott. M. Giove e dalla Dott.ssa C. Del Core-Carminati della Soprintendenza ai Beni Culturali della Provincia di Bari. Il restauro permette di far luce sui precedenti interventi e, forse, anche sull’originale provenienza del sacro dipinto che viene riportato alla sua rappresentazione iniziale.
1998
(8 maggio)
Maria SS. dello Sterpeto - un nome, un messaggio
1999 Restauro esterno del vecchio Santuario.
2000
(4 giugno)
Alle ore 20,00 Celebrazione dell’Eucaristia presieduta da Mons. Pichierri, benedizione delle nuove corone offerte dal C.F.P., presidente il Sig. A. Stagnì.
2001
(12 settembre)
SS. Nome di Maria - Benedizione del grande mosaico del frontone del Santuario
Don Giacinto Aucello
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