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GLI OBLATI DI S. GIUSEPPE - Il miracolo

Due pastorelli delle Ande guariti pregando il beato Marello
di Padre Vito Calabrese

I due fanciulli Alfredo e Isila guariti pregando il beato Giuseppe Marello
L’anno 2001 tutta la Congregazione ha gioito per il cinquantesimo della presenza missionaria degli Oblati di San Giuseppe in Perù benedicendo il Signore per aver chiamato al lavoro pastorale i figli spirituali del Marello in questa terra del Sud America. La celebrazione di una solenne liturgia eucaristica si è tenuta nella cattedrale di Lima e ha visto l’ordinazione presbiterale di nove giovani peruviani considerati come uno dei frutti migliori di questo cinquantenario.
C’è però un altro dono grandioso che sta rivelando giornodopo giorno la bontà e la potenza del Signore che sempre ascolta chi pregae chiede con fede: è la guarigione di due pastorelli, Alfredo e Isila,fratello e sorella, ottenuta invocando il beato Marello. I due bambini, che vivonoin una famiglia andina, erano affetti da una grave malattia: la bronconeumonia.
Questo morbo è il responsabile dell’epidemia nella zona di Pomabambache ha fatto strage di tanti piccoli e proprio nel villaggio di Ranquish, dovesi è verificata questa guarigione, c’è il cimitero degli “Angioletti” (così è chiamato)perché vi sono sepolti molti bambini vittime di questo flagello.

COME SI SONO SVOLTI I FATTI

L’episodio avvenne a Ranquish, distretto di Pomabamba, dipartimento di Ancash (Perù). Il villaggio di Ranquish si trova sulle Ande a 3800 metri di altitudine.
La sera del 14 maggio 1998 i due fanciulli, Alfredo e Isila, dopo aver giocato vicino a una pozzanghera, erano completamente inzuppati e dovettero togliersi i vestiti rimanendo al freddo. Occorre tener presente che in questa località l’escursione termica è notevole: la temperatura di notte scende a -5° per salire anche a +24° durante il giorno; il gelo per i due fratellini fu fatale. Dopo averli coricati, la mamma si rese conto che stavano molto male: avevano un respiro affannoso, febbre molto alta, deliravano e accusavano dolore alle costole. Fu chiamato il sanitario perché visitasse i due fanciulli e prestasse qualche cura, e poiché era specializzato in malattie infantili diagnosticò che Alfredo e Isila erano affetti da bronconeumonia ed era necessario ricoverarli subito in ospedale. Purtroppo quello più vicino si trova a Pomabamba e bisogna recarsi a piedi o a dorso di qualche cavalcatura impiegando non meno di quattro ore; per di più le famiglie povere delle Ande non hanno mezzi per pagare il ricovero e non nutrono grandi speranze perché anche in ospedale sono morti in parecchi per questa malattia. I genitori dei due piccini, temendo che i loro figli morissero durante il viaggio, non accettarono il consiglio del pediatra che a quel punto disse loro: «L’unica medicina che posso consigliarvi è quella di invocare l’intervento del beato Marello».
Nel villaggio di Ranquish c’è una cappella dedicata al beato Marello del quale si venerava un’immagine che il parroco, padre Cesar Vasquez, aveva avuto. In quei giorni si attendeva l’arrivo di un busto del beato Marello: il sacerdote era riuscito a procurarlo e quando gli incaricati che lo trasportavano giunsero a Viudapampa, un folto gruppo di abitanti di Ranquish si recò ad accogliere l’immagine. Alfredo e Isila, che giacevano a letto sfiniti, al sentire che era arrivata l’effigie del Marello si alzarono improvvisamente guariti e insieme alla mamma si unirono agli altri fedeli per recarsi a Viudapampa. Calava la sera, ma si intrattennero in preghiere e canti dalle 17 alle 20 per ringraziare del miracolo ottenuto: era il 17 maggio 1998.
Altro aspetto interessante di questo evento miracoloso fu un sogno che la signora Maura, la mamma dei fanciulli guariti, raccontò nella cappella del villaggio quando ancora i suoi figli erano gravissimi: aveva sognato il beato Marello che le diceva di essere in viaggio diretto a Huari e che sarebbe tornato da lei per guarire i suoi figlioli. Erano presenti diversi fedeli di Ranquish che udirono quanto la donna raccontava.
Questo fatto prodigioso è stato sottoposto a un processo della prelatura di Huari, da cui dipende il villaggio di Ranquish. La documentazione è stata consegnata alla Congregazione delle Cause dei Santi per ottenere la canonizzazione del fondatore degli Oblati di San Giuseppe e si è già ottenuto il decreto sulla validità del processo diocesano che si è svolto a Pomabamba. È anche pronto il sommario, cioè la sintesi dei documenti, che verrà sottoposto al giudizio della consulta dei medici e dei teologi. Si spera che venga riconosciuta la guarigione dei due fanciulli come un fatto inspiegabile secondo i criteri della medicina umana. Invitiamo i lettori di “Maria SS. dello Sterpeto” e gli amici degli Oblati di San Giuseppe a intensificare le loro preghiere affinché questa guarigione venga riconosciuta come miracolo ottenuto per intercessione del beato Marello, ma soprattutto chiediamo che ognuno renda grazie al Signore per aver benedetto con questa grazia una terra povera come quella delle Ande, mostrandoci quanto il suo amore di Padre si riversa teneramente sui suoi figli fiduciosi.

© 2003 Editrice Rotas - Barletta. Tutti i diritti riservati.